Né un soldo, né un voto by Adolfo Battaglia

Né un soldo, né un voto by Adolfo Battaglia

autore:Adolfo, Battaglia [Battaglia, Adolfo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Biblioteca storica
ISBN: 9788815323767
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


Documenti La condizione interna del Pri

La mia lettera al segretario del partito del luglio 1974 fa capo alla mutata situazione interna profilatasi a partire dal 1972. Rimase senza risposta.

10 luglio 1974

Caro onorevole,

torno a Roma dopo alcuni giorni e una serie di amici mi dicono che Lei continua a essere molto irritato con me per l’incidente dell’altra settimana. Caro onorevole, io ho rapporti affettuosi con Lei da più di vent’anni: non riesco neppure a pensare di offenderLa o di farLe rilievi di ordine morale, come non avrei mai pensato di farne a mio padre. Creda alla sincerità di quel che dico e per favore non ne parli più.

In questo stesso spirito mi consenta anche di dire che, moralmente, non mi sento responsabile della degenerazione interna del partito neppure per un grammo e mi è difficile accettare rilievi di questo genere. Ammetto benissimo di aver fatto errori politici o tattici. Ma un peccato di opportunismo non me lo riconosco. Ho assistito con repulsione crescente alla sorta di tranquillo linciaggio personale che si è scatenato contro di me dopo il Consiglio nazionale del giugno ’72. Certo, ci fu un errore di giudizio politico da parte mia, allora, nel ritenere che il partito si avviasse lungo una strada che in effetti non seguì. Ma se avessi avuto problemi personali o di potere, l’opportunismo non mi avrebbe certo consigliato di esprimere pubblicamente il dissenso che allora espressi. In ogni caso, il dissenso politico è una cosa, il linciaggio personale un’altra. Ma anche questi sono discorsi vecchi su cui è inutile tornare. Il fatto è che il partito oggi, anche per i Suoi impegni di governo che l’hanno tenuta fuori dal partito, è allo stato in cui è. Si può fare qualcosa per raddrizzare la situazione? Credo di sì, e credo soprattutto che al punto in cui siamo solo il Suo impegno possa consentirlo. Glielo scrissi in gennaio, era implicito in quel che dissi all’ultima Direzione, lo espressi nella lettera sul tesseramento. Ma vale per il partito quel che vale per la situazione nazionale: una terapia si può tentare ma una terapia giusta applicata troppo tardi non migliora nulla. Il nodo di cui Lei parla a «Epoca» vale anche per il partito: arriveremo in tempo a tagliarlo? In tempo: cioè prima che i problemi non sciolti esplodano malamente al congresso? Questo mi pare il problema vero, e penso che molto si possa sempre fare, con una serie di amici che hanno differenti psicologie, differenti modi di atteggiarsi, ma che convergono politicamente sulla linea [di centrosinistra] che il partito, se non erro, ha ormai imboccato.

Credo che si complicherebbero le cose se io o altri facessimo proposte concrete. Anzi dirò di più: il fatto stesso che si risolvano alcuni problemi interni che debbono urgentemente essere risolti, il fatto stesso che il partito si indirizzi nei suoi strumenti, nei suoi metodi di lavoro, in una certa direzione, porta con sé diffidenze e sospetti di natura personale che fanno perno su di me. Posso contribuire con il massimo di collaborazione a superare questa atmosfera? Pensi a quel che, in relazione a questo, già Le scrissi in gennaio.



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